Tradizioni mai dimenticate


Le tradizioni della Valle d’Ampezzo hanno le loro origini in una vita semplice ed essenziale: la realtà quotidiana di una valle montana, in un ambiente tanto affascinante quanto severo, ha insegnato a dare importanza a tutto ciò che crea condivisione, aiuto reciproco e senso di appartenenza.

Per ogni festività e ogni vicenda della vita, dalla nascita al matrimonio, dalla malattia alla morte, dalle piccole alle grandi vicissitudini, si sono tramandate delle usanze come il “sbara fora”, saluto agli sposi la vigilia delle nozze; o “ra zarcogna”, dono al neonato. E come non citare folkloristiche celebrazioni come “ra Sagra d’Anpezo” la prima domenica di luglio e “Ra festa de ra Bandes” in occasione dell’ultima domenica di agosto, quando i componenti del Corpo Musicale di Cortina d’Ampezzo fanno sfoggio del caratteristico ed elegante costume ampezzano.

Uno degli appuntamenti principali e particolarmente magico della stagione invernale è l’arrivo di San Nicolò e i suoi angeli che, nella notte del 5 dicembre, giungono in Piazza Angelo Dibona, in centro a Cortina d’Ampezzo, portando regali per i bambini buoni mentre i “krampus”, diavoli dall’aspetto spaventoso che trascinano sbattendo rumorosamente delle grosse catene per intimorire grandi e piccini, spaventano e ammoniscono i bambini che sono stati discoli durante l’anno.

Lingua ladina, il Ladino Ampezzano

 

Cortina d’Ampezzo ha la sua lingua, che appartiene all’area del Ladino Dolomitico e dietro a questa lingua c’è naturalmente una storia.

Nei tempi antichi i popoli delle valli dolomitiche parlavano idiomi diversi ma più o meno simili, derivanti dal linguaggio dei Celti e dei Reti. Con l’arrivo di guardie e legionari Romani durante l’epoca Imperiale, queste genti appresero a poco a poco il latino volgare mantenendo tuttavia nel loro lessico molte voci arcaiche dell’idioma precedente, nonché particolarità fonetiche e sintattiche che ritroviamo ancora oggi nell’interessante idioma Ladino.

II Ladino d’Ampezzo con il passare dei secoli si è modificato mantenendo però caratteristiche proprie. Non esistono documenti antichi nella nostra lingua, ma si possono ritrovare termini ampezzani di uso comune, e spesso tuttora in voga, in vecchi testamenti e processi.

Effige dei popoli ladini è la bandiera ladina, esistente dal 1920, sulla quale svettano i colori della natura delle nostre valli: il verde dei boschi e dei prati, il bianco della neve e delle rocce dolomitiche e l’azzurro del cielo.


U.L.D'a. (I’Union De i Ladis De anpezo) 

É l'associazione culturale che ha lo scopo di difendere e valorizzare le tradizioni originarie di Cortina d’Ampezzo, in particolare la tutela e lo sviluppo della lingua, i costumi, le tradizioni e quant'altro ha legato e lega ancora oggi la comunità ampezzana alle sue origini.

Fondata nel 1975, fa parte dell'Unione Generale di Ladins dla Dolomites, che riunisce le diverse comunità delle cinque valli ladine delle Dolomiti (Val Badia, Val di Fassa, Val Gardena, Fodom, Ampezzo), con l’obiettivo di creare una vera e propria integrazione del mondo ladino e le sue varie caratteristiche.


Ricette, prodotti tipici e tradizioni culinarie

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