Ufficialmente, l’esistenza di San Vito di Cadore è del 1200, con la presenza di un’antica chiesa attorno a cui si sviluppa l’abitato. Ma sicuramente la zona è abitata in epoca preistorica, tanto è vero che nella località Mondeval de Sora, a 2200 metri di altezza, è stato ritrovato lo scheletro di un cacciatore preistorico vissuto 7500 anni fa, chiamato appunto l’uomo di Mondeval, oggi conservato al Museo di Selva di Cadore. Nel luogo sono state rinvenute pure iscrizioni epigrafiche nell’antico alfabeto venetico.
Verso la metà del XIII secolo diventano ufficiali le Regole, in tutto il Cadore e anche qui a San Vito: si tratta di strutture di organizzazione create ad hoc per gestire le proprietà della comunità, boschi e pascoli, e che funzionano ancora oggi.
Feudo dei Conti da Carmino con investitura del Patriarca D’Aquileia, nel 1400 diventa possedimento della Repubblica di Venezia. San Vito rappresenta il confine con l’impero asburgico e verso la metà del 1700 viene costruita una muraglia di quasi due chilometri, per stabilirne i limiti esatti (in alcuni tratti dalle parti di Gusela del Nuvolau ancora presente). Fa parte del Regno Lombardo Veneto dipendente dall’Austria dopo la caduta di Venezia e nel 1866 del neonato Regno d'Italia. Già alla metà dell’Ottocento appare la natura turistica di San Vito che si incrementa a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso.